IL PENDOLARE
Ho ricominciato a fare il pendolare. Per poco ancora pero’. Peccato. Perchè fare il pendolare è come trovare una famiglia nuova. Tutte le mattine vedi sempre le stesse facce, le stesse persone. Sai che il tuo treno non è ancora partito quando vedi i tuoi sconosciuti compagni di viaggio ancora alla stazione. Non serve leggere il tabellone degli orari. Basta leggere i volti delle persone.
Perche’ fare il pendolare e’ come leggere mille libri. Ti passano davanti persone, storie, vite vere, e tu hai il privilegio di poter vedere tutto questo. Non sono cosi’ bravo ne con le foto le con le parole per poter raccontare quello che tutte le mattine leggo sui visi delle persone e nei loro occhi. 
Vedi il padre di famiglia che va al lavoro e sopporta tutto per mantenere la famiglia. Le alzatacce la mattina presto, la stanchezza, un lavoro duro in fabbrica sempre uguale, sempre uguale. Sempre lo stesso. Pian piano ti spegne Lo vedi nei suoi occhi, spenti, che la fiamma della vita non e’ piu’ dentro di lui. Solo il pensiero di dover mantenere la famiglia lo tiene su e gli permette di andare avanti.
Vedi l'impiegato in giacca e cravatta. Magari non piu’ giovanissimo. Divorziato sicuramente. Con la sua valigetta porta documenti, rigorosamente firmata, pronto per un'altra giornata in ufficio. Occhi vivi di chi sa che può avere tutto. Ma dentro è una persona sola. Nessuno da mantenere. Buon stipendio. Puo’ permettersi quello che vuole. Abiti costosi. Palestra. Cellulare ultimo modello. Qualche volta lo vedi accompagnato. Di solito e’ una donna piu’ giovane di lui…
Vedi lo studente. Un ragazzo. Sguardo assonnato. Faccia ancora da bambino ma atteggiamento da adulto che sa come affrontare il mondo. Poi ti fermi sui suoi occhi e vedi solo paura. Smarrimento. Noia. Una vita gia’ da ora vuota.
Vedi la studentessa. Una ragazza. Adolescente che si affaccia al mondo. Tirata come se dovesse andare in disco. Sguardo da dura. Sigaretta accesa. Ma gli occhi non mentono. Smarrimento. Timidezza da cacciare dentro e mascherare a tutti i costi. Paura anche nei suoi. Di non piacere. Di non essere accettata per quello che è veramente. Della vita. Di una vita che le ha gia’ chiesto molto. A volte preferisco non leggere troppo…
Vedi la donna in carriera. Sui quaranta. Forse quarantacinque. Non lo capisci subito. Elegante. Tacco. Gonna. Trucco sempre apposto. Ha l’aria giovanile, fresca. Più di un’adolescente. Ha l’aspetto di chi deve piacere e il piglio di chi deve comandare. Sul lavoro. E non solo lì. Ah occhi…dannati…quelli non mentono mai…Capisci subito che è sola anche lei. Ha sofferto. Per colpa di un uomo sicuramente. Si è sentita usata, tradita e quando lo ha capito era troppo tardi. Ora anche lei usa e tradisce. Ha imparato la lezione. Non si scotterà una seconda volta…
Vedi gli sconfitti dalla vita. Una vita solitaria. Nessuna amico. Nessun contatto umano. Testa china in un libro. Spesso. Tante pagine. Vestono anonimi. Abiti larghi e sformati. Tanto nessuno li vedrebbe comunque. Hanno solo un lavoro che li tiene attaccati a questo mondo. Spero almeno che ne abbiano una dentro dove possano trovare un pò di felicità.
Vedi gli invisibili. Quelli che ci sono ma tutti fanno finta di non vedere. Sono in terra. Avvolti in coperte logore e sudicie. Qualcuno dorme quando prendo il treno. Qualcuno è già sveglio e osserva la vita scorrere intorno a lui. I loro occhi…gli unici vivi. I loro volti…gli unici felici. Non hanno nulla. Ma a loro quel nulla basta. E quando i nostri occhi per una frazione di secondo si incrociano, entrambi leggiamo. E capiamo. Un accenno di sorriso poi via per le nostre strade. Come due sconosciuti che per caso si incontrano e in mano hanno lo stesso libro…Il libro della vita. 
Bello fare il pendolare…peccato che finirà presto…
Alla prossima…


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