IMMAGINANDO
UN GHIACCIAIO
Nuovo post, nuova foto, nuova storia. Musica di sottofondo…la
casa consiglia The Needle and the Spoon, splendida ballata dei Lynyrd Skynyrd
dal loro secondo album (uno dei migliori).
E si ricomincia col bianco e nero.
Perche’ la realta’, al contrario di quello che si crede, e’ in bianco e nero
non a colori. Filosofia a parte il colore distrae, il bianco e nero permette di
assaporare le emozioni di un'immagine e provare a immaginarsi li’ davanti a
quello che l'immagine ritrae. Oggi vi racconto una storia vecchia di secoli,
una storia che ha per protagonista un ghiacciaio. Ma non uno qualunque. Questo
e’ l'enorme gigante che con la sua mole ha scolpito il volto di un territorio.
Ha disegnato fiumi e valli. Ha innalzato montagne e riempito laghi. Poi cosi’
come e’ venuto e’ andato via. Di lui non rimane nulla. Vive oggi solo grazie
alle bellezze che ci ha lasciato. Lo splendido panorama che vedete sopra e’
parte della bellezza che il nostro gigante ci ha regalato. In una sera d'inverno
stavo decidendo dove avrei potuto trascorrere la giornata seguente. Girovagando
fra i miei scaffali, piegati dal peso dei libri, l'occhio mi cade su uno
splendido libro che racconta proprio la storia del nostro amico di ghiaccio. In
un attimo, mi ritrovo in mente un'immagine. Non una foto del nostro e nemmeno
una foto che ritraesse nel complesso il suo passaggio. Ma una semplice foto di
qualcosa che avevo visto migliaia di volte di corsa e senza farci troppa
attenzione, e che ora, grazie alla suggestione del ghiacciaio, ero riuscito a
immaginarmi completamente diversa. Prendo subito le mie preziose cartine (non
ringraziero’ mai abbastanza chi pazientemente le ha realizzate con cosi’ tanta
accuratezza) e trovo subito la mia meta. L’ indomani sveglia prima dell'alba,
zaino in spalla e dopo poco meno di un'ora sono sul sentiero. Salgo ancora una
volta respirando l'odore del bosco. Foglie secche, muschio, corteccia umida.
Respiro a pieni polmoni. Di tanto in tanto gli alberi si diradano scoprendo il
pesaggio sottostante. Specchi dalle acque calme appena increspate dal leggero
vento mattutino. Resti del passaggio di un vecchio amico dall'animo congelato.
Poi il sentiero piega, sale piu’ ripido fino a che non finisce in un ampio
pianoro. Sono arrivato. Davanti a me lo spettacolo della natura. Un castello
costruito in epoche remote da un lato incornicia cio’ che un tempo il ghicciaio
Balteo ricopriva. Mi siedo su una roccia come fosse la poltrona di un teatro e
assisto in silenzio allo spettacolo del giorno che nasce. Tutto si colora di
una luce calda e avvolgente. Il cielo da nero pian piano diventa azzurro. Ma
non e’ questo che voglio fotografare. Non e’ questo che voglio fissare nella
mia macchina fotografica. Questo spettacolo lo tengo egoisticamente solo per me.
Solo quando il sole e’ alto monto la mia attrezzatura e decido il click. Fermo
nel crudo bianco e nero il passaggio di un gigante di ghiaccio, e la prepotente
presenza dell'uomo che ha costruito castelli e citta’ li dove un tempo regnava
solo freddo e silenzio.
Alla prossima…
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