SEA
Nuovo
post e nuova voce fuori da coro. Dopo una graphic art molto fantasiosa, e’ il
mare a farsi ospitare in mezzo a tante montagne.
Nuova foto, nuova storia e nuovo pezzo musicale. Per l'occasione ci ascoltiamo un pezzo italiano dove ci raccontano i marinai come fanno… Via sul piatto..o su youtube..va bene uguale e viaggiamo su placide onde verso lidi lontani.
Nuova foto, nuova storia e nuovo pezzo musicale. Per l'occasione ci ascoltiamo un pezzo italiano dove ci raccontano i marinai come fanno… Via sul piatto..o su youtube..va bene uguale e viaggiamo su placide onde verso lidi lontani.
Amo
la montagna. Ma amo anche il mare. Non il mare d’agosto affollato, violentato
dalla massa di turisti. Che poverino non è più mare. Stenti a riconoscerlo. Non
lo senti, lui grida, ma le grida dei bagnanti sono più forti e non capisci cosa
ti dice. No, il mare che amo è il mare d’inverno. E vi consiglio anche questa.
Ascoltatela. Quello che amo è il mare che ti lascia ascoltare la sua voce.
Forte e profonda. A volte fa quasi paura. Quello che amo è il mare che ti fa
sentire i suoi profumi. Profumi di terre lontane. E’ il mare che ti metti lì su
uno scoglio e lui ti racconta storie. Le sue storie. Delle genti che lo
attraversano, con i loro fardelli. A volte materiali, a volte celati
nell’animo. Storie delle terre che bagna. Terre lontane. Illusioni di mille
avventure.
A
volte prendo su e invece di salire su ripidi pendii, vado verso il mare. Quando
so che è da solo. Quando so che posso ascoltarlo. Trovo uno scoglio, il più
lontano possibile dalla civiltà (anche se diventa sempre più difficile) mi
siedo e aspetto. In religioso silenzio. Mi riempio gli occhi di tutte le
sfumature di blu. Poi per primo arriva il vento. Come un vecchio amico. Ti
riempie i polmoni. Pulisce la tua anima. Ti toglie tutto, rabbia, paura,
illusioni. Poi arriva lui. Il mare. Con la sua voce a volte profonda e
rabbiosa, a volte dolce e suadente. E comincia il suo racconto. E io lì. Seduto
davanti a questo quadro blu, immobile, lo sguardo che spazia, ora fermo su una
nave all’orizzonte ora mobile seguendo un’onda e la sua schiuma. Ascolto
rapito. Resto lì delle ore ad assaporare uno degli spettacoli più belli che si
possa avere la fortuna di vedere.
Alla fine mi riprendo. L’istinto dell’uomo moderno che vive
sempre con l’affanno del tempo che passa veloce alla fine ha la meglio. Siamo
tutti schiavi del tempo. Resterei lì in eterno ma devo andare. La
cosiddetta “vita” di tutti i giorni mi aspetta. Ma sarà veramente vita?
Saluto. Faccio su i miei averi, mi giro e i miei passi sono già sulla via del
ritorno quando penso…la foto! Mi sono trascinato dietro l’attrezzatura
per cosa? Ma è proprio necessaria…sono proprio costretto a scattare? Si
risponde il mare. Fammela una bella foto dice lui. Sorrido dentro di me.
Ritorno sullo scoglio e monto tutto quello che c’è nella borsa. Il mare mi ha
regalato ancora una volta un pezzetto di se, penso nel mentre, voglio
regalargli anche io qualcosa di me. Una bella foto. Provo a metterci tutta la
mia bravura, tutta la mia arte. Ecco…il momento. Click. Grazie mare. Lo scatto
lo potete vedere anche voi su…Buona visione.
Alla prossima...
P.S. ma cosa
racconta il mare? Scopritelo, ad ognuno di noi racconta una storia diversa…
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