TRANQUILLITA’
E quattro! Tranquilli…prima o poi smetto di contare i post…
Oggi mettiamo un po’ di colore su queste pagine e ci raccontiamo la storia della tranquillita’. Rilassatevi, niente voli pindarici nella filosofia o peggio nella metafisica. La tranquillita’ in questione e’ la fotina che vedete sopra. Che fa anche da copertina al blog (fino a che non stanca e verra’ cestinata…sono crudele con le mie immagini!). Per cui signori che avete la voglia di leggere mettevi comodi, un bel disco sul piatto (si consiglia un buon Vangelis d'annata…Antartica…) e via si parte per una nuova avventura. Questa volta niente montagne. Siamo decisamente piu’ bassi. Sulle splendide colline che circondano il lago di Candia protagonista dello scatto. Fredda mattina invernale con un cielo cosi’ terso e sereno che si sarebbe potuto vedere il paradiso…chissa’ forse da lassu’ stanno a godersi lo spettacolo pure loro. Zaino in spalla passo la mattinata fra boschi e vigneti attorno al lago. Cerco. Cerco l’ispirazione. Cerco la tranquillità. Quella interiore…quella della foto. Passo attraverso le vigne dell’erbaluce. Ne assaporo i profumi con la mente. Immagino il sapore della nuova annata mentre guardo i tralci di vite ancora spogli. Sullo sfondo, lontane le Alpi. L’aria è così pulita e tersa che lì in un angolino il Monviso fa capolino. Sembra quasi chiamarti al suo cospetto. Arriverò anche da te, gli rispondo. Aspettami, sono sicuro che hai un sacco di storie da raccontarmi. Cammino per i boschi respirando l’odore del muschio. Delle foglie umide. Lo zaino da pesante diventa sempre più leggero. Dentro non trova posto l’attrezzatura fotografica, l’acqua, il cibo. Dentro ce altro. Ci sono le mie storie che lascio lì per altri come me. E lo riempio con quello che la natura mi lascia prendere. Le storie di altri. Cammino, supero salite, discese, radure, alberi e cespugli. In lontananza riecheggiano le doppiette. Il latrare dei cani. Non sono solo. Non completamente. Peccato. Per un attimo la sensazione è stata quella. O forse no. Forse ero in compagnia. Supero una vecchia chiesa, un masso ritenuto magico. Ascolto con piacere le loro storie. Ora fanno parte di me. Poi tutto si dirada e laggiù nella piana vedo il paese. Vedo il lago. Nella mente si fa largo un’idea. Grazie. Ancora una volta la natura mi ha indicato la via. E l’immagine. Scendo. Arrivo sulle rive e quello che ho davanti lo vedete anche voi sopra. La tranquillità di acque calme. La sicurezza dell’animo. La pace interiore. L’occhio al mirino. La mente attraversata da un ricordo che passa veloce come il click della macchina. L’occhio si annebbia…poi sorrido. In tutto questo la tecnologia fa il suo dovere e imbriglia la luce in tanti 1 e 0 che diventeranno una foto. Poi resto lì. Vuoto. Seduto sulle rive del lago. L’aria è così tersa e il cielo così blu che si potrebbe vedere il paradiso..spero che da lassù si stiano godendo lo spettacolo.

Alla prossima…

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