VECCHI
SCARPONI
Terzo post. Uao! Sono a tre e
anche oggi mi sono ricordato di questo posto. E di volerci infilare una
storiella legata ad un'immagine.
Bene. Altra foto. Altra storia. Altra musica. Provate un bel cantautore, di
quelli voce e chitarra…quello che preferite…io ho il mio in cuffia…e via di
ricordi…
“Vecchi scarponi” e’ l'ultimo scatto di una giornata passata a spasso sulle
amate montagne. Fine di giornata, rivolgo i passi verso la pianura, animo e
zaino piu’ leggeri. La montagna assorbe tutto…energie, stress, negativita’.
Quelle rocce millenarie sono come spugne. Ti leggono dentro, ti alleggeriscono
di tutto. Assorbono tutto te stesso. Ti restituiscono alla pianura rigenerato
pronto per nuove avventure. Perche’ la vera avventura non e’ affrontare La
Montagna (maiuscolo non a caso). La vera avventura e’ affrontare la vita.
Percorrere i suoi sentieri senza una carta e senza una bussola. Sperando ogni
volta di aver preso la direzione giusta. Quante storie ha da raccontare la
Montagna se solo potesse parlare. E quante storie ho trovato alla fine di un
sentiero, sulla mensola, in quel muro dove riposavano quei vecchi scarponi.
Quanti sentieri hanno percorso, quanti zaini pesanti hanno accompagnato fra
vette e vallate. Li ho trovati li cosi’. Mi e’ ritornata alla mente “Soldati”
di Ungaretti, e l'immagine delle foglie rinsecchite sugli alberi. Quegli
scarponi erano cosi. Vecchi laceri, come foglie, come gli uomini di Ungaretti.
Ma come loro quanta storia avevano da raccontare. La macchina fotografica
all'occhio, l'attimo del click, e le senti. Storie di dolci declivi ricoperti
d'erba. Di pendii assolati. Di sentieri battuti dal vento. Di vette inviolate.
Di neve. Di fame. Di sete. Storie. Storie di Montagna. Storie degli uomini che
li hanno portati. Sogni. Paura. Fatica. Aspettative. Vite vissute. Vite dure
scolpite nelle pieghe della pelle di quelle vecchie scarpe. Quante storie ti
racconta la Montagna. Se sai ascoltare.
Alla prossima…
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