AUTOSTRADA D'ACQUA

Sono cresciuto in una città che apparentemente ricorda poco del suo passato. A guardarla con occhi superficiali vediamo solo il suo recente sviluppo industriale. Vie di grande traffico dove ogni giorno transitano centinaia di veicoli diretti verso grandi capannoni di cemento e lamiera. Prigioni dell'anima più che luoghi di lavoro. Grandi casermoni più simili ad alveari o a grandi dormitori che a case dove costruire una vita.

A guardare meglio però possiamo ancora sentire la voce del suo passato. E ascoltare le sue storie.
Una di queste racconta di una grande impresa, compiuta in poco tempo se pensiamo a come fu realizzata. Una grande via d'acqua che dal fiume Po potesse irrigare le risaie fino a Vercelli e portare non solo acqua ma anche lavoro e futuro.

La città dove vivo ospita proprio il principio di questa via. Qui è costruita una delle opere più importanti. La presa che attinge acqua dal Po e lentamente la porta dove ve ne è necessità.
Sono cresciuto giocando lungo le sponde di questo grande canale. Ne ho vissuto i cambiamenti durante gli anni. I suoi alberi abbattuti, la sua tenacia nel resistere alla furia ribelle delle acque che doveva imbrigliare. Ne ho ascoltato le storie. Come quella di un traghetto esploso perché chi era a bordo indossava la divisa di un colore diverso. Forse sbagliato in quel momento.

Lungo il viale che corre fianco a fianco alle sue acque, oasi verde della città, io come tanti altri bambini abbiamo imparato ad andare in bicicletta. La voce di quelle acque racconta tante storie. Alcune grandi, altre piccole. La fotografia con la sua magia che cattura la parte più profonda di un luogo ci aiuta ad ascoltare queste storie.

Alla prossima...


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