IL PONTE #1

Non ero mai stato sotto quel ponte. Molte volte l'ho attraversato a piedi o in auto. Moltissime altre l'ho usato per riprendere il paesaggio circostante. Durante il giorno, al tramonto, di sera. Mai però mi era capitato di passeggiare sotto le sue arcate in cemento. E dire che uno splendido parco lo costeggia. Un bel sentiero lungo le sponde del grande fiume che promette fresco e ombra durante le calde giornate estive. E tante zanzare.

L'occasione si è presentata durante un pomeriggio organizzato dal circolo fotografico No Pixel. Con alcuni ragazzi abbiamo deciso di andare a vedere che cosa il parco, di cui dicevo prima, poteva regalarci dal punto di vista fotografico. Zanzare a parte si intende.

Percorrendo il sentiero ci ritroviamo sotto le sue arcate, a pochi metri dal grande fiume e dalle sue acque. Mentre quasi tutti proseguivano a caccia di altre inquadrature, e qualcuno si soffermava a farsi fare un ritratto contro uno dei suoi piloni,  mi sono ritrovato lì a guardare il ponte da un'altra prospettiva.

Quando ci cammini sopra a piedi o passi velocemente con l'automobile non ti rendi conto di quanto in realtà sia lungo. Solo da sotto puoi apprezzarne appieno la sua grandezza. Istintivamente ho montato la macchina sul cavalletto, montato i filtri, calcolato un'esposizione abbastanza lunga e...ho fatto click.

Mentre aspettavo che il sensore facesse il suo lavoro e mi restituisse l'immagine sul monitor ho pensato a quel ponte, e a quello che prima di lui attraversava il grande fiume. La mia mente è andata ad una domenica mattina di tanti anni fa. La città si era svegliata in parte sott'acqua. Erano giorni che pioveva senza sosta su tutta la regione. Le autorità avevano dato l'allarme alluvione. Le sirene dei vigili del fuoco correvano senza sosta. Quella domenica mattina il risveglio fu gelido per tutta la città. Il vecchio ponte di epoca romana che ci collegava alla collina non esisteva più. Spazzato via nella notte dalla furia del grande fiume. Con esso l'acqua indomabile si era portata via anche una vita. Fui svegliato dalla telefonata di un amico che mi disse che il ponte romano era caduto. Lì per li pensai scherzasse, ma corsi comunque sotto casa sua, insieme saremmo andati a vedere. Fummo bloccati dalle autorità. Il ponte non c'era più. Al suo posto un enorme massa d'acqua scura. Non era mai stata così alta. Riempiva completamente il vuoto che una volta era un placido fiume fra le ultime propaggini della città e i piedi della collina.

Per mesi la città e la sua collina rimasero separate. Poi fu installato un traghetto. Come un tempo. Poco più di una zattera legata ad una fune assicurata alle due sponde, trasportava le persone attraverso le acqua ora calme del fiume. Poi finalmente cominciarono i lavori del nuovo ponte. In cemento. Più alto del precedente in modo che la furia delle acque in futuro possa sfogarsi sotto le sue arcate.

L'otturatore è scattato. Il suo click ferma i ricordi e mi riporta con i ragazzi del circolo che a gran voce mi chiamano. Controllo velocemente l'immagine a monitor e come immaginavo sarà un bel bianco e nero.

Alla prossima...

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