AGLI ANTIPODI


Capita alle volte, quando torniamo a casa, di affacciarci alla finestra e cominciare a pensare. Guardi il panorama che hai davanti agli occhi, magari lo hai visto chissà quante volte, e lasci che i pensieri scorrano liberi.

In realtà pensi sempre a qualcosa, lì su due piedi. Poi la mante comincia  a vagare libera per sentieri sconosciuti e a fare associazioni di idee che durante il giorno, preso dalla frenesia della routine quotidiana, nemmeno ti sogneresti di fare. Poi all'improvviso ti riprendi e spesso nemmeno ricordi a cosa stavi pensando. La mente cancella le tracce dei passaggi che compie, quasi a vergognarsene, oppure seppellisce talmente in profondità quei pensieri che solo apparentemente ci sembra di non ricordali ma in realtà essi sono lì e prima o poi torneranno a galla.

Tu rimani lì a fissare il panorama, sguardo perso, e all'improvviso ti accorgi di guardare un'enorme gru gialla figlia dell'ennesimo cantiere edile che si staglia nel cielo nero della notte illuminata solo da pochi fari, e sopra di le dei piccoli puntini bianchi.

Se facciamo il gioco di unirli pare essere una parte dell'orsa maggiore. Subito pensi che non ci potrebbe essere nulla di più distante nell'universo. Un ammasso di metallo e la purezza delle stelle che si guardano a vicenda nel buio della notte.

Poi però pensi anche che la puccia che ti sei sbafato a cena seguita da un cannolo siciliano contribuiscano a giocare strani scherzi. meglio un digestivo seguito dalla via per il letto. Se non altro nei sogni la nostra mente è davvero libera di andare dove vuole.

Alla prossima...



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