MORE LOVE – NO VIOLENCE

Questo è un progetto particolarmente sentito. E' un progetto con un tem aforte ma purtroppo troppo poco dibattuto. E' un progetto che vorrebbe parlare per quelle persone che non possono farlo, perchè intimorite, perchè stanche, perchè hanno perso la fiducia. 

E' un progetto che nasce da una persona in particolare, Patrizia, che ha voluto lanciare un messaggio a tutte quelle persone che si sentono smarrite: 

non siete sole, scegliete voi stesse

Oggi scrivo solo questo di mio, vi lascio le parole che descrivo il progetto e che lo stanno accompagnando in giro per il mondo in diverse esposizioni. 

"Sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza sulle donne. Il progetto nasce dalla volontà e dagli sforzi di un gruppo di lavoro composto per l’occasione da PATRIZIA ZACCARO, Stylist ed organizzatrice di eventi, MICHELE PICARDO, fotografo, REBECCA BRIGADA, trucca­trice e con l’attiva collaborazione dell’AS­SOCIAZIONE VENA ARTISTICA, nella persona della sua presidentessa VITTO­RIA ADAMO, che ha realizzato i casting per la ricerca dei modelli.

Il progetto ha come protagonista una donna che rappresenta simbolica­mente tutte le donne vittime di vio­lenze,fisiche, verbali e psicologiche e si ritrova a dover decidere della sua salvez­za attraverso la fuga oppure continu­are a sopportare i soprusi e le angherie quotidiane nella disperata convinzione di un amore spesso malato.

Tutto il progetto vuole esaltare il dualis­mo tra bene e male e la dimensione inti­ma in cui spesso questi abusi si svolgono. La location scelta è un appartamento, teatro quotidiano di queste violenze. La protagonista porta in viso i segni, sempre più evidenti, scena dopo scena, delle angherie cui è sottoposta dal suo compagno, rappresentato attraverso un uomo mascherato e vestito completamente di nero. Scelta stilistica detta­ta dal fatto di non voler rappresentare un uomo in particolare, ma l’archetipo dell’uomo violento che agisce spesso indisturbato protetto dall’anonimato e dalle mura domestiche la cui antitesi è un uomo buono, stilisticamente rap­presentato da una figura mascherata vestita di bianco, che porta con sé una rosa, simbolo di amore, ma anche scelta di salvarsi.

Nelle varie scene allestite in ambiente casalingo la protagonista, si trova sem­pre attorniata dalle due figure maschili. Questo vuole rappresentare il conflitto interiore che c’è in lei. La voglia di fuga verso la salvezza ma anche i sensi di col­pa, spesso privi di fondamento, verso l’uomo cui ha scelto di legarsi e che la tiene letteralmente prigioniera.

Completa la sequenza un’immagine onirica di lei visivamente provata rivol­ta verso il pubblico con evidentI segnI di abusi sul viso e sullo sfondo un abito che simbolicamente rappresenta l’abi­to del suo giorno più bello, giorno che però le ha portato una vita di sofferenza a cui spesso è difficile fuggire. La sec­onda immagine, a completamento del progetto è una provocazione. La stessa protagonista con una scritta infamante sul dito “SILENZIO”. Un gesto e una scrit­ta che vogliono essere di rottura, perché nessuno dovrebbe rimanere in silenzio di fronte a soprusi di questo genere.

Stilisticamente abbiamo scelto il lin­guaggio del bianco e nero per raccon­tare tutto il progetto lasciando a colo­ri solo i segni di violenza sul viso della protagonista magistralmente eseguiti dalla nostra truccatrice Rebecca. Ques­to per evidenziare ancora di più che i segni di violenza non sono solo cicatri­ci invisibili dell’anima ma vere e proprie ferite del corpo difficilmente guaribili".















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