IL DITO DI COLOMBO

 


Nella città di Torino esiste una scultura che raffigura e commemora Cristoforo Colombo. Il celebre navigatore, quello della scoperta diciamo “casuale” dell’America.  Cosa c’entra poi Colombo con Torino bho? Non lo so sinceramente e forse nemmeno mi interessa saperlo. Le amministrazioni cittadine delle varie epoche commemorano sempre personaggi a loro più o meno cari, vuoi per far piacere a se stesse, vuoi per accontentare i loro elettori. Non si sa… Mistero…

Mistero come il fatto che il dito mignolo di quel gruppo scultoreo, probabilmente bronze,o è oggetto di continuo sfregamento da parte dei passanti tanche che in passato fu addirittura sostituito per usura e che, credo, debba nuovamente essere ripristinato. Perché?

Perché nonostante si viva in un mondo iper tecnologico in fondo siamo superstizioni come e forse di più dei nostri antenati cavernicoli che non sapevano spiegarsi il fuoco e l’alternanza giorno-notte, e attribuivano tali fenomeni a qualche entità superiore non meglio identificata.

Perché in fondo siamo rimasti “cavernicoli” istintivi che hanno bisogno di credere in qualcosa che sta al di là delle nostre conoscenze, perché abbiamo bisogno di speranza nel futuro, perché siamo incapaci in fondo di costruircene uno con le nostre sole mani.

Perché siamo schiavi di vite che mal sopportiamo ma dalle quali non possiamo fuggire e allora cosa ci resta se non la speranza? Cosa ci resta se non andare a da accarezzare un dito di bronzo di una statua di un tizio che per lo meno ha avuto coraggio e incoscienza per seguire un sogno: quello di attraversare no un oceano per vedere cosa ci fosse al di là, ma il sogno di sfidare le ferree regole di un mondo dominato da uomini più potenti e ricchi di lui che avevano la presunzione di dire a quelli che sotto di loro capitavano  come vivere, come pensare, cosa fare.  

Forse per questo accarezziamo quel diti, per cercare anche noi quel coraggio di andare oltre. Di sfidare le regole e rompere le catene di una vita che ci va stretta. Qualcuno ci riesce, prende il largo, sopporta l’onta di essere additato come diverso, lascia dietro di se amici e famiglie che non comprendono, o che forse vorrebbero solo che restasse qui, e salpa per una nuova vita. Verso una meta che solo lui conosce.

Alla prossima…

P:S: Strofinare il dito di Colombo, secondo la tradizione, porta solo fortuna. Ma nella vita oltre alla fortuna ci vuole anche un po’ di filosofia e la capacità di sognare. Sognare di andare oltre, che sia un mare, che sia chissà cos’altro, non ha importanza.


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