LA BILBIOTECA
Stupisce nell’era tecnologica degli smartphone, dei lettori e-book, delle
notizie e delle nozioni a portata di mano vedere una piccolo biblioteca
allestita contro una vecchia finestra di un ancor più vecchio palazzo.
Siamo in un piccolo paesello perso fra rimasugli di campi, strade
rettilinee e grandi palazzoni di cemento all’orizzonte. Appoggiati fra le
sbarre di una vecchia finestra una serie di libri, lasciati lì da qualcuno che
evidentemente ha ancora a cuore la cultura. Una biblioteca fatta di libri datati, romanzi d’appendice,
parti di enciclopedie. Libri scalcinati come il palazzo che ospita la finestra ma
con un merito enorme: sono li a disposizione di tutti. Chiunque può allungare la
mano, prendere un libro, lasciarne uno a sua volta per alimentare quella
piccola biblioteca. Quelle poche braci di cultura che ancora restano accese in
un luogo estemporaneo soffocate dagli smartphone, dall’ignoranza diffusa, dal
nozionismo.
Mi piace pensare questi luoghi come a ritrovi clandestini dove pochi adepti
si lasciano messaggi di speranza che solo loro possono comprendere. Mi piace
pensare a persone discrete che notte tempo lasciano guardinghi testi di ogni
genere, e quasi vergogna dosi ne portano via alcuni per saziare la loro sete di
cultura.
Mi piace pensare a queste improvvisate biblioteche come dei non luoghi al
pari dei grandi centri commerciali che per contro stanno diventando luoghi
protagonisti delle nostre vite. Consumiamo le nostre esistenze trascinandoci da
un centro commerciale ad un altro abbagliati dalle mille luci colorate, dalle
mille offerte che ci vengono proposte quando in uno sperduto paese, appoggiati
ad una scalcinata finestra di un ancor più scalcinato palazzo, stanno semi dimenticati
dei libri. Oggetti che lentamente stanno diventando il nostro passato
soppiantati da smartphone, tablet, computer, e-book e altri aggeggi tecnologi
che lentamente ci dicono cosa pensare e come pensare e che fra poco penseranno
per noi.
Alla prossima…
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