LA DATA

Le date sono importanti. O meglio, diamo molta importanza alle date. O meglio, diamo molta importanza a fatti avvenuti in passato e usiamo le date per ricordarcene. Viviamo nel passato usando le date come alibi per festeggiare, commemorare, ricordare avvenimenti belli, brutti, felici, tragici.

Viviamo nel passato, nella nostalgia dei tempi andati. Commemoriamo fatti avvenuti quando ancora non eravamo nemmeno nati. Forse nemmeno un’idea nella mente di Dio. Che poi dipende sempre da chi è il tuo Dio e dal fatto che abbia o meno avuto idee su di te.

Commemoriamo, ricordiamo, festeggiamo fatti storici che a ben guardare se non fossero mai avvenuti forse noi vivremmo meglio. Sicuramente chi ora non c’è più, ed è vissuto all’epoca di quei fatti, se la sarebbe passata sicuramente meglio, considerato che molti fatti che commemoriamo comportano il ricordarsi di un gran numero di morti. Forse era meglio all’epoca ricordarsi che la vita umana è il bene più prezioso.

Una data, persino un orario preciso di un avvenimento importante per chissà chi impresso per sempre su un muro anonimo di una grande città. Un frammento di vita passata di qualcuno che ha ritenuto così importante fissare giorno e ora per sempre. O per lo meno finchè quel muro non verrà ridipinto da qualche annoiato imbianchino.

Data, ora, numeri, segni lasciati da qualcuno. Come a marchiare un territorio. Come a dare un senso di appartenenza, magari non ad un luogo fisico, forse solo ad un evento che passa e deve rimanere nella memoria. Non di tutti, solo di qualcuno. All’imbianchino che verrà chiamato a ridipingere quel muro, per esempio, non  interessano quella data e quell’ora. Interessa solo coprire quei graffi, finire il lavoro e tornarsene a casa. Magari dalla sua famiglia. Magari dalla sua televisione. Così come no interessa al proprietario di quel muro.

Date, a cui noi diamo troppa importanza. Date che ci costringono a vivere nel passato, perché del futuro abbiamo sempre paura.

Alla prossima…




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