UN FIUME DI STORIE

Grazie ad una nanetta che da cinque anni gira per casa, sono diventato assiduo fruitore dei prodotti Disney. In uno dei loro lungometraggi, visti così tante volte da poterli recitare battuta per battuta, uno dei personaggi dice una cosa che mi ha fatto riflettere: “L’acqua ha memoria”.

A pensarci bene l’acqua ha davvero memoria, se la mettiamo in un contenitore, la travasiamo e la rimettiamo nello stesso contenitore la sua forma non cambia. Certo, direte voi, facile, è fisica! Il contenitore è sempre lo stesso. Certo dico io, m anella vita solo la fisica non basta, a volte ci vuole anche un pizzico di filosofia.

Immaginiamo un fiume, un grande fiume. Anche se con i periodi di siccità che ci sono immaginare un grande fiume diventa difficile facciamo uno sforzo. Un fiume lento, che con il suo incedere costante e sicuro attraversa città, campagne. Un fiume che viene da lontano, dalle montagne.

Nasce poco più che rigagnolo ma strada facendo cresce sempre di più. Non perché lungo il suo cammino incontra altri fiumi e con loro si unisce, questa è scienza, è fisica. Mettiamoci un po’ di filosofia. Cresce perché raccoglie le storie dei luoghi in cui passa. Ascolta il contadino parlare con la famiglia del raccolto, di quanto spera esso sia abbondante. Ascolta un bimbo giocare sulle sue rive. Raccoglie i pensieri di un solitario pescatore. Raccoglie le storie di città. D’impiegati, operai, mamme, che tutti i giorni attraversano i ponti costruiti sopra di lui per andare chissà dove si chiede quel grande fiume.

Più città, paesi e campagne attraversa, più storie raccoglie, molte sono simili, molte singolari, qualcuna triste, qualcuna terribile, altre a lieto fine.  Finché stanco, non arriva al mare, dove consegna queste storie e abbandonandosi alla corrente scompare con esse fra le onde.

Alla prossima…




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