Il Blog va in vacanza. Tornerà a settembre. Forse. O forse
tornerà nel dimenticatoio come l’ultima volta, salvo poi spuntare all’improvviso
dai meandri del web.
Oggi vi racconto una storia. Una favola. Con una morale. LA FAVOLA DELL'UCCELLINO NELLA MERDA Un uccellino stava migrando a sud per l’inverno. Faceva freddo, l’uccellino si sentì male, e cadde a terra in un campo. Mentre giaceva a terra, una mucca si avvicinò e lo ricoprì di sterco. L’uccellino, infreddolito, capì che lo sterco lo manteneva al caldo, e cominciò a sentirsi meglio! Tutto ringalluzzito e contento, cominciò a cinguettare per la gioia. Un gatto di passaggio udì il canto dell’uccellino, e andò a curiosare. Il gatto trovò l’uccellino ricoperto di sterco e subito lo trasse fuori, lo ripulì, e se lo mangiò! Morale della favola?: Non tutti quelli che ti coprono di merda sono tuoi nemici. Non tutti quelli che ti tirano fuori dalla merda sono tuoi amici. Quando sei nella merda, stai zitto! Non ho idea di chi abbia inventato questa favola ma mi è sempre piaciuta e la trovo quantomeno interessante come spunto di
Metti una fredda sera d'inverno. Aria fredda che odora di festa. Una famosa piazza dove ancora oggi si respira l'aria stantia della storia patria. Tutti a fotografare le coloratissime luci di famosi artisti. E tu che pensi...belle queste luci, proiettate in terra anziché in cielo. Ma come le fotografo? In bianco e nero, sicuramente! E già che ci sono gioco anche un po' con la mia ombra. Ed ecco che nasce un ritratto insolito della mia ombra intenta a fotografare se stessa. Alla prossima...
Oggi non una foto ma un video. Anzi tre. Tre brevi reel, un po’ surreali, girati in un parco giochi, montati con una musica stile horror ma che a guardarli bene forse così horror non sono. Il protagonista in un parco giochi non poteva che essere un bambino. Ma qui il bambino non c’è. Da qui il titolo di questo post. Bambino invisibile, Invisible Child, in inglese, perché oramai fa figo usare i neologismi di un’altra lingua. Il bambino non c’è perché qualcun altro ha deciso per lui che in quel parco non doveva giocare. Qualcun altro a migliaia di chilometri dalla sua casa, senza nemmeno conoscerlo, senza sapere nemmeno quel bambino chi fosse, che faccia avesse, che sogni avesse, ha deciso così dalla mattina alla sera che in quel parco non doveva giocare. Di più. Ha deciso che quel bambino non dovesse avere una casa, una scuola, dei genitori, degli amici con cui giocare. Ha deciso di cancellarlo. Di cancellare lui e tanti altri come lui per un interesse che ne al bambino ne a noi int
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